“Che dice la pioggerellina di marzo?” Forse questa frase vi ricorda qualcosa: l’avete magari sentita dai vostri genitori o nonni, una volta l’anno almeno, alla prima pioggia del mese di marzo. Sappiate che non si tratta di una frase fatta o un modo di dire: è in realtà il titolo di una poesia presente nei libri di scuola e nei sussidiari degli anni Cinquanta ed a quel tempo famosissima. Il suo autore era Angiolo Silvio Novaro (1866 – 1938), scrittore, traduttore e poeta, che in vita conobbe D’Annunzio e Verga.
Fresca come la brezzolina che annuncia la primavera, sonora e cadenzata come un ticchettio: leggetela (o rileggetela) in questa perfetta giornata di pioggia!
Che dice la pioggerellina di marzo
Che dice la pioggerellina
Di marzo, che picchia argentina
Sui tegoli vecchi
Del tetto, sui bruscoli secchi
Dell’orto, sul fico e sul muro
Ornati di gemmule d’oro?
Passata è l’uggiosa invernata,
Passata, passata!
Di fuor dalla nuvola nera
Di fuor dalla nuvola bigia
Che in cielo si pigia,
Domani uscirà Primavera
Con pieno il grembiale
Di tiepido sole,
Di fresche viole,
Di primule rosse, di battiti d’ale,
Di nidi,
Di gridi
Di rondini, ed anche
Di stelle di mandorlo, bianche…
Ciò dice la pioggerellina
Sui tegoli vecchi
Del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto, sul fico e sul moro
Ornati di gemmule d’oro.
Ciò canta, ciò dice; E il cuor che l’ascolta è felice.
Angiolo Silvio Novaro