Un ricordo e una riflessione sul sommo Poeta.
Da piccoli di solito i nonni raccontano le favole ai loro nipotini per stimolarne l’immaginazione: invece mio nonno Giulio prendeva il suo antico libro grande, nero e con scritte in oro sulla copertina e, quando m’infilavo nel letto, lui lo apriva con grande rispetto e decantava i versi della “Divina Commedia” del Dante, a celebrare la grandezza di questo sommo poeta.
Lo ascoltavo rispettosa ma anche impaurita… Quella favola illustrata dal Dorè era bella, ma tanto, tanto spaventosa e non ben comprensibile, anche se mio nonno mi spiegava tutto. Non so in realtà quello che entrava nella mia testa a quell’età. Le figure mi aiutavano a capire e chissà cosa immaginavo.
Forse la lettura e la spiegazione della “Divina Commedia” a sei, sette, otto anni, era prematura?
Credo, invece, che del buono me l’abbia portato, perché crescendo ho rivelato una fantasia scatenata, merito di Dante e di mio nonno Giulio.
Dante era diventato per me, da una parte un mito, dall’altra uno di famiglia. Poi il nonno Giulio morì, quando ero adolescente, e il librone nero e d’oro si chiuse e nessuno altro me lo declamò più. Ora che sono adulta due parole su Dante le vorrei scrivere. Su di lui sono state dette e scritte fiumi di parole per cui non aggiungo altro, voglio dire solo le mie impressioni da profana.
Dante era ed è un uomo speciale, un iniziato, uno che ha capito l’essenza stessa della vita. Attraverso la “Divina Commedia” vuol comunicare l’incomunicabile; non ci sono parole per farlo, solo i simboli aprono i cuori degli uomini con chiavi invisibili. Dante stesso ci dice: “O voi che avete li intelletti sani mirate la dottrina che s’asconde sotto il velame de li versi strani !”
Questa frase ci spinge a vedere le cose con occhi diversi, oltre la realtà quotidiana, concreta. Ci fa capire che c’è di più nel mondo, c’è di più in noi stessi. Noi uomini, pur essendo di carne, “possiamo volare con ali di luce su paesaggi eterni,” la nostra mente non ha limiti né di spazio, né di tempo. L’Universo non è vuoto, morto, la Bellezza lo avvolge e lo governa, è vivo e operante. Quando il cuore percepisce questa realtà incomunicabile, perché non esistono parole, si strugge d’amore e si consuma bruciato da un invisibile fuoco.
Allora grazie Dante e grazie nonno, che mi avete indotto l’amore per la bellezza che governa l’Universo.
/ Tatiana Levi