Evocando il termine “bellezza” ognuno di noi, avendo sensibilità diverse, ha visioni diverse. Per non esserci equivoci proverò a dirvi la mia percezione.
La bellezza, in senso pratico, è un mix di canoni e gusti personali colti da ognuno di noi, per cui il bello di oggi può cambiare domani, influenzato da mode e costumi. La bellezza che io intendo, invece, è quella che non cambia mai e che si coglie con sensi diversi, è una visione interiore che si manifesta al momento, spinta magari dalla vista di qualcosa del tutto materiale, che diviene innesco per trasmettere il fulgore della bellezza vera: un cielo stellato, due occhi belli e penetranti, un’opera d’arte meravigliosa, lo sguardo di un ragazzo innamorato. Poco importa chi sia l’innescatore che ha scatenato quel sacro ardore solo per un attimo. Lì t’accorgi che non è un ideale: la bellezza è viva e vera. Nell’albero sefirotico della Kabbalah ebraica la bellezza è “Tifheret” e ha sede nel cuore. Il nostro cuore diviene intelligente se riconosce la bellezza; se un essere umano non la riconosce resta mentalmente intelligente, ma solo sul piano materiale, non su quello spirituale.
Noi non siamo fatti solo di materia ma anche di altro. Certamente l’intelligenza pratica non crea problemi, è molto utile in questo mondo, chi è rapito ogni tanto dall’intelligenza del cuore vola con ali instabili, ma ne ricava felicità. L’innamorato è felice solo vicino all’oggetto che ama.
Per Dante la bellezza muoveva il cielo e le altre stelle e la mirava negli occhi di Beatrice (= colei che beatifica). Boccaccio in Fiammetta (= fiamma). Per me la bellezza è intelligenza del cuore, è armonia, è amore vero, è Sapienza che muove tutto. Quando qualcuno dice che la bellezza salverà il mondo, dice la verità.
SIMBOLO
Come diamante colto dalla luce
hai illuminato la mia mente
nel cuore è penetrata la bellezza
che mi ha forgiata.
Lo schianto di una saetta
ha folgorato il mio corpo
e per un istante
ti ho vista
in un cielo di zaffiro puro.