Marco Minicangeli (Mami) è autore di un romanzo uscito da pochi mesi dal titolo “Le ali di cera”. Il romanzo ha vinto il Premio per romanzi noir “Andrea Torresano” ed è edito da Gilgamesh edizioni. Leggete con me l’incipit davvero intrigante e scoprite questo nuovo, interessantissimo scrittore!
Il mondo era loro. La scuola un castello che non avrebbero mai conquistato. Vivevano in strada girando tra i Lotti, inferno e paradiso. Molti avevano alle spalle il nulla, brandelli di famiglie smembrate da una quotidianità terribile. Erano cresciuti insieme, cani randagi, e tanti erano quelli che non ce l’avevano fatta, vittime in una guerra i cui campi di battaglia si chiamavano galera, o droga, o prostituzione. O forse più semplicemente una vita senza speranze, perché se nascevi a Primavalle in quegli anni la speranza era un lusso che non potevi permetterti. Lui si era salvato grazie a suo padre. Aveva attraversato il mare nero dell’adolescenza e rischiato di morire, perché se non hai mai rischiato di morire non sei mai stato giovane. Aveva sfiorato il burrone, percorso sentieri sconosciuti che separavano il prima dal dopo, il buio dalla luce, ma ne era uscito indenne, con segni e cicatrici, ma indenne. Altri invece non ce l’avevano fatta, perché non avevano saputo fermarsi in tempo e non c’era nessuno a indicargli il limite. O forse perché il loro destino era segnato e non potevano fuggirlo. Inutile farsi domande e tutto sommato era meglio così, avrebbero evitato di sforzarsi a trovare le risposte. C’erano storie su quei sentieri sconosciuti, quelle che i vecchi si raccontavano seduti sui muretti le sere d’estate, storie che cambiavano ogni volta a seconda di chi le narrava e che erano diventate parte della borgata, penetrate nei muri e nelle pietre. Erano racconti che parlavano di eroi, di morte e di gente che non c’era più. Quei sentieri erano diventati mitologie. Mitologie maledette. Come quella del chiodo arrugginito di Tiziano, Romolo e di suo fratello Micheletto. La storia era avvenuta tanti anni prima. Il supermercato era a Balduina. Il proprietario si chiamava Alberto Rovelli, un passato nell’MSI, un picchiatore grande e grosso ancora ora che aveva quasi sessant’anni. Il colpo sarebbe stato facile e le informazioni gliel’aveva date Nicola, il cugino di Tiziano “er Roscio”, che con il camion faceva le consegne per un grossista alimentare. Andava spesso a scaricare a Balduina e col tempo aveva conosciuto i vari negozianti e i loro movimenti. La rapina doveva avvenire il sabato in tarda mattinata […]