Sono partita troppo giovane dalla mia Versilia, l’ho abbandonata continuando ad amarla. Il mio spirito di avventura e di conoscenza superava tutto, anche l’amore per lei. Ma la terra natia resta sempre nel cuore, ha quel sapore familiare rassicurante che niente altro può darti.
La Versilia è terra di mare, di montagne, di natura e di bellezza. Terra di poeti, di inventori, pittori, scultori e magnifici artigiani: non le manca niente. Eppure c’è un appunto, una nota a me dolente che devo dire per forza: quando da piccola passeggiavo per cercare funghi o pinoli o le cime del pungitopo, le pinete erano fiorenti e bellissime. Poi c’è stata una strage silenziosa e connivente di maestosi pini. Colpa delle tempeste ma soprattutto degli uomini che hanno considerato i pini come oggetti di arredamento o ostacoli da abbattere, se molesti e pericolosi.
Ora esistono più ville che alberi, nessuno ne rimpianta ed è un peccato. L’unico punto verde è rimasta la Versiliana, ma non è così vitale come una volta.
Ora raramente passeggio tra i pini, mi si stringe il cuore, preferisco farlo sul mare d’inverno con sole o vento: mi ispira.
Nel frangersi delle onde rivivo i momenti più belli, quando piccola preferivo l’abbraccio del mare ad altro. L’azzurro, l’odore di salmastro e di iodio.
Giravo lo sguardo lontano verso le coste liguri, verso il Tino e il Tinetto, oppure verso le magnifiche e statuarie Apuane, selvagge, ricche di boschi e di vita. Da lassù salivo sulla Bella Addormentata per mirare il mare lontano e mi pareva di essere in cima al mondo. Dopo le tempeste vedevi la Gorgona, la Capraia, la Corsica, l’Elba, persino la Francia: magnifico! Che infinito spettacolo,
Ora ho un sogno: desidero tornare a vivere in Versilia, avere uno studio a Pietrasanta e poter aiutare non solo me stessa, ma tutti gli artisti giovani e meno giovani e dare a tutti la possibilità di essere ascoltati.
Perché un artista imbavagliato è un tesoro che si spreca.
La Tati