Lilly De Siati, scrittrice di poesie, favole, filastrocche e racconti, ha vinto premi in concorsi letterari nazionali ed internazionali. È presente su diverse riviste e antologie italiane e alcune sue poesie sono state tradotte in lingua spagnola, romena, portoghese e pubblicate su antologie condivise.

Sue pubblicazioni: Sinfonie dell’anima 2013 Montedit; Eterna essenza 2016 Convivio Editore; Bacco nella mia terra 2017 Mama Dunia Edizioni; Fata Ricciolina 2018 La Mongolfiera Editrice tradotta anche in lingua spagnola dalla scrittrice Ruth Perez Aguirre e Pubblicata in Messico nel 2015 Ediciones Hturquesa Cartonera; Il Volto delle Emozioni 2020 CTL Libeccio Livorno; Fiabastroccando G.C.L. Edizioni 2022.

Serena aveva riaperto la sua villa al mare per trascorrere una settimana, lontana da tutto.
Mentre si preparava il caffè, attraverso la finestra aperta della cucina guardava estasiata il mare. Afferrò il vassoio della colazione ed uscì in giardino per lasciarsi scaldare dal primo tepore del sole. L’aria dolce, odorosa di fresca brezza marina, la faceva sentire viva.
Sorseggiando lentamente il caffè, la sua mente frugava tra i ricordi, in cerca dei momenti felici vissuti con suo marito Paolo.
Posò la tazza sul piattino, rientrò in casa e dal cassetto dello scrittoio nello studio di Paolo prese un foglio di carta da lettere e una penna. Uscì nuovamente, guardò il mare intensamente, come se volesse trarne ispirazione ed iniziò a scrivere.
“Caro Paolo,
è trascorso un altro anno, e non vedevo l’ora di ritrovarmi finalmente sola, per staccare la spina dal lavoro e dai vari impegni. Ma la cosa che più desideravo in assoluto, è godere soprattutto di questo spettacolo incredibile della natura, che immancabilmente mi lascia col fiato sospeso.
Qui, senza alcuna distrazione, riesco a pensare esclusivamente a te.
Sai, Paolo, non puoi  immaginare la mia tristezza nel vedere che, sulla punta dello scoglio proteso sul mare, dove amavi pescare con la canna che io ti avevo regalato, la statua della Madonna in pietra nera, con lo sguardo rivolto all’orizzonte, non c’è più!
Ricordi quante serate le abbiamo tenuto compagnia interrogandoci su chi l’avesse potuta porre sullo scoglio?
Quando abbiamo acquistato la casa, la statua era già sulla scogliera, e sicuramente chiunque l’avesse posta lì doveva essere stato animato da ragioni del cuore e di fede.
Mario, il custode della nostra villa, mi ha detto che le violente mareggiate dell’inverno  l’hanno abbattuta trascinando i pezzi in mare.
Con lei, tra le onde si sono riversate anche le mie preghiere, la tua sofferenza, il mio pianto, la mia rabbia.
I gabbiani quest’anno sono più numerosi, e continuano ad appollaiarsi indisturbati sulla nostra amata scogliera.
Sai, Paolo, sento ancora il calore dei tuoi abbracci, il sapore dei tuoi baci, il battito del tuo cuore contro il mio petto e l’eco delle nostre risate quando, ansimanti, ci rincorrevamo sulla spiaggia, felici come bambini.
Ora che sono sola, ricordare mi aiuta, mi dà forza, mi sprona ad andare avanti, anche quando tutto sembra difficile da affrontare. Qualsiasi cosa mi riserverà la vita, io non dimenticherò ogni istante vissuto insieme a te, in questo nostro meraviglioso rifugio che si affaccia sulla baia.
Tra qualche minuto smetterò di scriverti. Devo rientrare in casa per iniziare ad armeggiare tra i fornelli.
Oggi è il nostro anniversario di nozze, e per cena preparerò il tuo piatto preferito: tubetti allo scoglio, come l’avevi denominato tu, perché alcuni degli ingredienti erano frutto della tua pesca. Mario più tardi mi porterà tutto quello che occorre per la mia ricetta.
So a cosa stai pensando…no, non ho dimenticato! Fuori nel nostro giardino, sul tavolo apparecchiato, sempre per due, non mancherà una bottiglia del tuo amato vino bianco di Locorotondo: delicato, asciutto, aromatico, dal colore giallo paglierino chiaro.
Il “nettare degli Dei” dalla nostra feconda terra di Puglia, come amavi dire sempre!
Prima di salutarti, voglio dirti che dopo cena scenderò sulla nostra scogliera come facevamo sempre, insieme.
Guarderò la luna cullare le sue lucenti stelle, e poi, nell’ascolto della sola voce senza tempo del mare, lancerò tra le onde la bottiglia svuotata del tuo amato vino, con dentro questa mia lettera per te.
Ricordi? Ogni nostro anniversario, si concludeva così: una lettera d’amore scritta a due mani, da inserire dentro la bottiglia di vino che avevamo bevuto e da affidare al mare, spettatore della nostra felicità.
Mi manchi immensamente Paolo!
Nel luogo dove ora sei, avvolto nella luce dell’eternità, so che proverai gioia per il mio dono dalla scogliera.
Buon anniversario, amore mio!”

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