Introduzione a
LE FAVOLE DEL PAPÙLI
(PROIBITE AI BAMBINI E AGLI IGNAVI )
Papùli in greco significa nonnino.
Siede sul muretto vicino alla bianca chiesa ortodossa. È sera. La luna splende nel cielo cerchiata da uno strano alone violetto, le cicale si sentono cantare lontano sparse tra gli ulivi addormentati della campagna. Le montagne, all’orizzonte, paiono oscure ma attente presenze nella sera tersa e calda di questa aria mediterranea. Siamo nel Peloponneso, in uno dei tanti piccoli villaggi del sud. Papùli non è un marinaio, non viene da una città: lui appartiene alla terra. Rigirando le zolle è cresciuto nel cuore della Grecia, anno dopo anno, insieme alle piantine d’ulivo. Non ha l’aria arcigna del marinaio né quella spavalda del cittadino, ma è mite, semplice e saggio. Intorno a lui, attenti e trepidi, ci sono tanti ragazzi: ogni sera racconta loro una storia. Fra questi ci sono anch’io. Fra poco lui imbriglierà la nostra fantasia, come l’auriga i suoi cavalli. Papùli è piccolo, magro, vecchierello ma per noi è il più grande, il più magico uomo del mondo; e il nostro mondo comincia e finisce qui, in questo villaggio. Dov’è la civiltà aggressiva e violenta ? Lontana lontana. È bastato un sorso d’acqua pura per dimenticarla. Dov’è il tempo frenetico che passa veloce? Che strano, si è fermato!
“Che storia ci racconterà stasera Papùli?” Guardo intorno a me i visi attenti dei ragazzi, tutti attendono la favola, ma favola non è perché è storia vissuta di gente che ha molto sofferto, destini imbrigliati nel tempo e rievocati da Papùli, come in un rito sacro e magico.
Tutti abbiamo bisogno di favole per crescere ogni giorno di più. Se tutti i vecchietti del mondo raccontassero favole come Papùli, quanto saremmo migliori! Ma noi, nuovi barbari, ci vergogniamo di ascoltare le favole ed il nostro cervello perde di elasticità e si sclerotizza nel tempo e il vecchio non è saggio, ma solo vecchio e non racconta più favole, forse non ne conosce nemmeno più.
Queste di Papùli sono favole vere che ha custodito nel cuore e tutte hanno una cosa in comune: l’Arcàdia. Sono favole per bambini grandi “vietate ai minori di 14 anni “ dice Papùli, spedendo a casa i più piccini. Loro, delusi, invidiano noi grandi, sperano di crescere velocemente per poter ascoltare le favole proibite. La parola è materia malleabile che può assumere ogni forma. Ora io cercherò di dare forma a quelle favole proibite, infondendovi lo spirito originario. Queste però sono parole scritte, quelle di Papùli sono dette: le sue sono uniche, rare, le mie addomesticabili, prigioniere della carta; per quanto io possa scrivere bene, mai potrò riprodurre il momento magico nel quale sono state dette. Le parole riflettono lo stato d’animo, come lo specchio l’immagine, ma quanta differenza c’è tra il vero e il riflesso ! Il vero ha tre dimensioni, il riflesso solo due.
Amo le parole e prima ancora i pensieri. Mi sorprendo ogni volta davanti all’unicità di ogni persona. Ti risponderò.