Perché guardiamo il cielo e ci sentiamo persi in qualcosa di più grande di noi? Perché l’immensità delle stelle ricorda la piccolezza dell’essere umano. Questo assioma, poeticamente espresso in questi versi di Giacomo Leopardi dal suo celebre canto “La Ginestra”, non è pessimismo cosmico, ma coraggiosa, anzi eroica, valutazione della esatta realtà delle cose.
… e quando miro
quegli ancor più senz’alcun fin remoti
nodi quasi di stelle,
ch’a noi paion qual nebbia, a cui non l’uomo
e non la terra sol, ma tutte in uno,
con l’aureo sole insiem, le nostre stelle
o son ignote, o così paion come
essi alla terra, un punto
di luce nebulosa; al pensier mio
che sembri, allora, o prole
dell’uomo?
Giacomo Leopardi