Mi chiamo Eloisa Ticozzi, sono laureata in Medicina e Chirurgia alla Statale di Milano (2021). Sono
nata nel 1984. Ho svolto molti corsi e master in ambito psicologico. Scrivo da più di dieci anni. Le
mie poesie trattano alcune tematiche :la morte, la vita, l’amore, l’amicizia, la completezza con gli
animali e con la natura, la metamorfosi delle forme durante il sonno e la notte. Ho letto alcuni autori
ma non ancora moltissimi. Amo molto Elsa Morante. Vorrei imparare bene la lingua russa e vorrei
anche ampliare il mio inglese (che conosco poco). Sono persona molto sensibile alla sofferenza,
creativa e appassionata da sempre alla cultura (ho scritto articoli di mostre per Milanofree per tre
anni, sporadicamente). Ho pubblicato dei libri di poesie: Figli Segreti, Kolibris, 2019; Simili e
Dissimili, Oedipus, 2021; La cura dell’Infinito, Il Convivio, 2022; L’albero dell’Infanzia, Il Convivio,
2023; La Resistenza, Il Leggio, 2023; Nell’acqua nel fuoco- Dans l’eau dans le feu, Il Convivio, 2023.
Ha partecipato a diverse antologie ed ebook con le mie poesie. Vengo selezionata in diversi concorsi
a partire dal 2018: Il Premio Lorenzo Montano, Il Premio Internazionale Indipendente, Il Premio
Letterario Pomezia, Il Premio Carrera e in altri.
Delirio di dolore
Il delirio di dolore è in ciascuno di noi,
è sofferenza di non conoscere l’origine di vita
-nascita e morte si intersecano nell’infinito e nel ciclo naturale-,
cresciamo e maturiamo nell’oscurità e nel dubbio,
la pelle candida nei neonati rivela il grembo primordiale
di appartenere ai viventi –un’appartenenza soprannaturale e materiale-.
Il delirio è mescolamento di saggezza e incertezza,
gli esseri viventi gemono nel dolore spirituale e fisico,
gambe barcollanti ma infinite nella verticalità del cielo,
bocca asciutta di baci e d’acqua,
mani allungate nel respiro d’aria,
occhi impauriti nel cercare suppliche e perdono.
Ciascuno è solo nel turbamento, uomo e animale,
la nostra pelle cerca l’altro nella solidarietà consigliera,
il corpo sarà freddo nella morte ma splendente per le margherite,
l’anima ritornerà schiva nell’Assoluto.
Ho imparato la compassione dalla sofferenza mia e di altri,
il mio vissuto è stato incubo appuntito,
forza lacerante la mia dimensione intima,
in realtà mi sento corvo nella sua solitudine beffarda ma sincera,
-ho imparato la compassione dagli animali, anime spontanee e istintive-
ma gli uomini sembrano sassi muti nonostante la loro voce di violenza.