Il 21 novembre è la giornata degli alberi: è una festa che non può passare inosservata, specialmente per chi ama gli alberi. Penso che tutti noi abbiamo ricordi legati a qualche albero.
Da parte mia, come dimenticarmi della magnolia di Via Palestro a Tonfano di Marina di Pietrasanta. Da piccolissima vi ero sempre in cima con il sacro terrore di mia madre, ma da lassù il mondo era più ampio, più bello e dominavo tutto.
Come dimenticarmi del mio amico ciliegio di Capriglia, ormai vecchio, stanco e solo e più che centenario; un bacio a te in questo giorno, un bacio da lontano perché non abito più vicino a te, purtroppo.
Gli alberi sono uno diverso dall’altro, ognuno ha le sue caratteristiche che lo distinguono, le sue virtù e i suoi difetti e, direi, una sensibilità particolare. L’albero non è un tronco di legno da sfruttare, non ci crederete ma loro hanno paura e godono come noi. Non possono darsela a gambe e sfuggire al loro destino proprio perché non le hanno le gambe, ma radici ben ancorate al suolo. Non possono fuggire alla furia della deforestazione, magari lo facessero per salvarsi e per salvarci. Conoscete questo problema: spero che ognuno di voi non lo sappia con la testa, ma lo capisca col cuore, l’intelligenza del cuore è la vera intelligenza.
Vi voglio parlare di un albero a me molto caro e amato dai contadini di montagna e, credo, da tutti: il castagno.
Le selve di castagno in Italia sono tante, in passato hanno sfamato interi popoli. Per evidenziarne la personalità direi che è generoso, nessuna parte di questo albero è nociva all’uomo, è l’albero più bonaccione e pacifista tra i nostri alberi italiani. Lo considero il re dell’Autunno, prima di addormentarsi per l’Inverno perde le sue foglie, ma con le foglie cadono i suoi frutti, come voler fare un dono e una provvista di cibo all’uomo per il lungo Inverno: frittelle dolci, castagnacci, necci, caldarroste: che belle cose da cucinare con i suoi frutti e la sua farina dolce e sana. Sapete che oltre la golosità esistono virtù più nascoste nel castagno e tutte positive: migliora il metabolismo nervoso e allontana l’Alzheimer perché dà forza neurologica e muscolare a un tempo. Sgranocchiate un po’ di castagne bollite in acqua, fa bene, ma ricordate senza abbuffarsi altrimenti anche l’acqua quando è troppa fa male. Mangiate castagne e leggete qualche libro, così le sinapsi nel cervello cresceranno solide e forti come le radici di questo albero, ma soprattutto non avvelenate il vostro cervello con cibi industriali.
Se girate per le selve, fatevi un bastone con il legno di castagno perché dà forza muscolare al solo toccarlo e vi sorreggerà nel cammino. Anche odorarne il legno è positivo per il cervello, è stimolante.
Il castagno era sacro per i montanari, la selva era il loro supermercato. Da questa proveniva il cibo, i ciocchi da ardere per il fuoco e il legno per fare mobili e attrezzi.
Per noi moderni seppelliti dal benessere ci viene quasi da ridere.
Cerchiamo di amarli questi alberi e proteggerli dalla non curanza e dall’indifferenza e, se siamo costretti ad abbatterne uno, è bene ripiantarne un altro: è il minimo. Dal buonissimo castagno al velenosissimo “tasso baccata”, a tutti gli alberi auguro che la scure non si abbatta su di loro accecata da turpi interessi e spero che la Foresta Amazzonica e tutti i mari verdi del Pianeta possano crescere e non diminuire. Singolarmente saluto la betulla alba, piccola e graziosa, il serioso ed elegante cipresso (senza il quale cosa sarebbe il nostro paesaggio toscano?).
Saluto anche il salice piangente, tanto romantico e particolare. Saluto il nostro pino domestico o pino da pinoli, alto, maestoso e bellissimo e anche il pino marittimo, sempre un po’ storto e mai dritto e dai frutti coriacei come il legno, grazie lo stesso. A tutti voi grazie per quello che avete dato.