Donna, scrittrice, corsara.
Si definiva “scrittrice corsara”, per dichiarare subito e senza equivoci la propria natura indomita e l’attitudine guerresca con cui amava portare avanti le proprie opinioni e combattere per esse. Autrice di testi pietre miliari della letteratura italiana, nacque a Palermo con il nome di Natalia Levi e si affermò poi con il cognome del marito Ginzburg.
I suoi libri hanno uno sguardo sempre femminile: danno voce a bambine, donne adulte, anziane con un lessico nitido e cristallino, mai scontato, sempre appuntito ed efficace.
Leggete (o rileggete) questo brano tratto da “Lessico famigliare”.
“Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all’estero: e non ci scriviamo spesso. Quando c’incontriamo, possiamo essere, l’uno con l’altro, indifferenti o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase: una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. Ci basta dire: «Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna» o «De cosa spussa l’acido solfidrico», per ritrovare a un tratto i nostri antichi apporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole. Una di quelle frasi o parole, ci farebbe riconoscere l’uno con l’altro, noi fratelli, nel buio d’una rotta, fra milioni di persone. Quelle frasi sono il nostro latino, il vocabolario dei nostri giorni andati, sono come i geroglifici degli egiziani o degli assiro-babilonesi, la testimonianza d’un nucleo vitale che ha cessato di esistere, ma che sopravvive nei suoi testi, salvati dalla furia delle acque, alla corrosione del tempo. Quelle frasi sono il fondamento della nostra unità familiare, che sussisterà finché saremo al mondo, ricreandosi e risuscitando nei punti più diversi della terra, quando uno di noi dirà – Egregio signor Lipmann, – e subito risuonerà al nostro orecchio la voce impaziente di mio padre: Finitela con questa storia! l’ho sentita già tante di quelle volte!”