Composta nel 1930 – due anni dopo la conversione del poeta alla fede cristiana – questa splendida poesia celebra, pur sommessamente, un amore consolatorio ed eterno, quello per la figura materna, ultima sponda e speranza al termine della vita terrena. Composta in strofe di endecasillabi e settenari (a fronte della metrica libera e spezzata delle prime raccolte), la poesia è inserita nella sezione Leggende della raccolta
Il sentimento del tempo.

La madre

E il cuore quando d’un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d’ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all’eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m’avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d’avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.

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