Oggi parlano i nostri amici alberi. Mi fa piacere condividere con voi il componimento di questo anonimo poeta, da una tavoletta ritrovata ai piedi di un albero al Castello di San Jorge a Lisbona.

Lettera da un albero

Tu che passi, guardami bene e

non allungare la mano distratta

per farmi del male.

Sono io l’ombra amica che

incontri se cammini nel sole

d’argento; il mio frutto è dolce

frescura che nel viaggio ti uccide

la sete.

Sono io il manico della tua zappa,

della tua barca il timone e il letto

che ti riposa.

Sono io la trave del tuo tetto, la

tavoletta della tua mensa, la porta

della tua casa, il primo e il tuo

ultimo giaciglio. Ti regalo la mia

bellezza e ti servo con ogni bontà:

non farmi ancora del male.

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