L’apparenza non è sostanza, come la materia non è spirito.

Viani vuole penetrare l’essere umano ed estrarne l’essenza rappresentando istinti, sentimenti forti come la fame, dolorosi come la disperazione, la rassegnazione, impetuosi come la ribellione, l’anarchia, la contestazione. Egli comprende che il vero Golgota dell’uomo è interiore. Le figure del Viani sono nude, non materialmente s’intende, nude nella loro trasparenza di un espressionismo crudele, sofferto, patito, cercato, vissuto come la deflagrazione di una bomba.

Chi non percepisce la bellezza di Viani, non comprende gli uomini né la poesia. Dal profondo buio dell’essere ha tratto poesia perché lui stesso è poesia ed è poeta. Ha toccato il fondo con i suoi eroi per comprenderli, farli suoi e risalire con loro la china dell’uomo senza speranza e riportarlo a una luce che esteriormente appare nelle sue tele.

La sua splendida frase “la materia non esiste che trasmutata dallo spirito” è illuminante. Mi chiedo quanti possano capire veramente Viani. Come riconoscere la bellezza nella deformità? Lui vi è riuscito passando dal Golgota alla trasfigurazione. Lui ha visto la forma della bellezza pura; allora, però, forse ha capito di essere solo nella sua visione.

Sembra dirci, come in un monito:

“Allontanarsi da ciò che è apparenza esteriore, per esprimere la realtà profonda degli uomini e delle cose; deformare, decomporre per ricostruire, per armonizzare. Uno dei più grandi compiti dell’arte è quello di armonizzare gli errori; questo vi sembrerà un paradosso, ma è una realtà assoluta… L’arte ha il suo paradiso e il suo inferno, non ha purgatorio, nelle sue leggi non ci sono espiazioni né perdono. O vi assume nella sua gloria o vi getta nella perdizione.”

Viani ha saputo vedere cose che gli altri non vedevano e ha risposto con violenza creativa a quel mondo che non lo capiva.

La Tati

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